IN PROSSIMITA' DELLA PENTECOSTE A MONTERUBBIANO: UN DOCUMENTO DI LUIGI CENTANNI |
( a cura del Sindaco M.Teresa Mircoli) Lo Statuto comunale di Monterubbiano , all’art.14, co.2, recita: ” Il Comune riconosce come tipiche della Comunità monterubbianese le tradizioni che si celebrano in occasione della Festa di Pentecoste”. Per le celebrazioni, che si ripetono puntualmente da secoli, con interruzione purtroppo avvenuta, in epoca contemporanea, nel recentissimo 2015, e, più indietro, nell’ultimo periodo bellico, già fervono i preparativi da parte dell’Armata, il cui Consiglio direttivo è stato ricostituito con Silvia Moreschini , Presidente, e delle quattro Corporazioni degli Artisti, dei Bifolchi, dei Mulattieri e degli Zappaterra. I Monterubbianesi “doc” vivono intensamente tale ricorrenza, fin da tempo lontano che si perde nella memoria e non ne accettano di buon grado affievolimenti riduzionistici o, peggio che mai, alcuna sorta di interruzione. Spigolando tra le curiosità della tradizione e della storia locale, piace riproporre un documento del dott. Luigi Centanni, un grande monterubbianese innamorato della “Magnifica Terra”, medico , poeta ed esperto di cose patrie, il quale, nella primavera del 1945, esalta “l’opera degna” di alcuni concittadini che vogliono ridar vita alle Feste della Pentecoste, dopo l’oscuro e triste periodo bellico. Egli, nell’evidenziare di tali Feste le antiche origini, ripropone il percorso della tradizione che vorrebbe che i Sabini, di cui viene esaltata la esuberanza di vita e di fecondità , “lanciassero in una primavera sacra una fitta schiera di giovani alla conquista di nuove terre e che , attraversando l’Appennino, guidati da una pica o da un picchio, s’indirizzassero verso le nostra contrade, che da allora assunsero il nome di Piceno”. Il Centanni, riconoscendo a gloria del Popolo monterubbianese l’aver conservato e solennizzato, nei secoli, tali “antichissime feste”, attinge per le sue ricerche alla tradizione, ai documenti d’archivio e alla gloriosa storia del Comune e contribuisce, tra i primi, autorevolmente, a ritenere che esse potrebbero derivare dalla trasformazione cristiana dei riti pagani. L’immissione, peraltro, nei festeggiamenti pentecostani, delle quattro Corporazioni, pure secondo quanto è dato dedurre dalle osservazioni del Centanni, potrebbe essere considerato l’ulteriore valore che dà definitivo più ampio segno, secondo pertinenti interpretazioni simbolico-culturali, di forte continuità nella unitarietà antropologica, culturale, politica ed economica del Popolo monterubbianese. Infatti, tale Comunità ha dimostrato di muoversi, nel lungo corso della sua storia, anche se a volte con soccombenze e cedimenti, dovuti ai periodi oscuri, come quelli bellici, od anche fragili, a causa di contaminazione con la più generale decadenza culturale, sociale ed etica, secondo l’ avvertita necessità di fronteggiare, in coralità di intenti, anche concretamente veicolati e supportati da riti propiziatori e da feste, come nel caso della Pentecoste, tutte le difficoltà da qualsiasi parte potessero provenire sia dagli uomini o dai fatti storici e testimoniali che dalla improvvida casualità delle circostanze o dall’incontrollabile sopravvenire e sovrastare delle forze della natura. Ecco dunque alcuni elementi che, letti doverosamente nel più ampio contesto storico e culturale monterubbianese, potrebbero contribuire a meglio capire il senso e il significato alle manifestazioni pentecostane. Si darà spazio, per il prosieguo, ad altri tasselli informativi da parte di esperti studiosi. Qui si rinvia al Documento del Centanni del 20 marzo 1945, invitando chi fosse interessato ad approfondirne i passaggi. |