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Il Cerimoniale

E’ sempre esistito un cerimoniale per lo svolgimento dei riti di Pentecoste, dalla Processione alla Giostra dell’Anello, dalla Fiera ai Fraterni Banchetti delle Corporazioni, dai Baccanali a Sciò la Pica vera e propria. Abbiamo ricevuto cioè le prescrizioni per l’andamento della Festa non solo perché ce le hanno dette ma perché le abbiamo trovate scritte e consegnate, soltanto da adempiere: prima questo, poi quell’altro; prima questi, poi questi altri; e via dicendo.Anche nel 1965, quando cominciammo a recitare Sciòla Pica in costume, dovemmo mettere per iscritto le entrate e le uscite, gli inchini ed i discorsi, gli ordini ed i suoni, i passi ed i premi. Se non fosse esistita una tradizione, diciamo che da quell’epoca essa risulta consacrata nelle carte, una volta per sempre.Esiste anche il quadro della cerimonia — formalizzato — che fu inaugurato nel 1997. Lo dobbiamo alla penna di Paola Pierangelini e di Elisabetta Vesprini che lo pubblicarono inSciò la pica 1997 (Editore Pro Loco ed Archeoclub d’Italia) nei seguenti termini.

Antefatti

Otto giorni prima della festa si espone la bandiera rossa sulla torre del Palazzo Comunale in segno di franchigia. Tutte le sere antecedenti la domenica si devono effettuare spari di artiglieria in piazza. Le chiarine squillano, negli stessi giorni, dalla loggia del palazzo comunale prima dell’Ave Maria. Ogni strada e via del paese deve essere ornata e abbellita con festoni e bandiere, simbolo delle quattro Corporazioni.

Vigilia della Festa

Sparo di archibugi dal Comune. Squillo di chiarine dalla loggia comunale. Si aprono le porte del Palazzo ed escono i tamburini, i tubicines ed il baiolo che, scesa la scalinata, sale a cavallo. Si costituisce un piccolo corteo - tamburini, tubicines, baiolo a cavallo che si avvia per l’annuncio del bando verso i luoghi “soliti e consueti”. Qui, terminata la lettura, il corteo si-ricostituisce come in precedenza e ritorna in Comune. Il baiolo scende da cavallo e, seguito daitubicines e dai tamburini, rientra nel palazzo e chiude le porte.Ore 21,00.In Piazza sono adeguatamente schierati gli armati, due per ogni corporazione. Il rullo dei tamburi dall’interno del Comune annuncia l’inizio della manifestazione. I portannari aprono le porte e dal palazzo escono i sonatori di chiarine e di tamburi, il baiolo. Contemporaneamente gli armati si dirigono verso le scale del Municipio per scortare quest’ultimo. Il corteo (sonatori di chiarine, tamburi e armati in mezzo ai quali va il baiolo) si avvia verso la chiesa di 5. Francesco. Arrivati presso la suddetta chiesa, non appena i sonatori di chiarine e di tamburi si sono giustamente disposti (sotto la balaustra i primi, lungo la scalinata i secondi), il baiolo sale le scale ed entra in chiesa; due frati lo accolgono nel piccolo spazio antistante. Nella chiesa preleva da una cassa la cassetta dei bussoli. 
Fatto ciò il corteo si ricostituisce per tornare in Comune. I portannari riaprono le porte e i sonatori di chiarine, seguiti dal baiolo, rientrano, mentre i tamburini si dirigono verso la Piazza. Il suono delle chiarine dal balcone del Palazzo annuncia l’inizio della premiazione e della bussolazione. I portannari aprono di nuovo le porte e dal palazzo escono il Magistrato ed il Capitano d’armata, che si dirigono verso la loggia comunale, seguiti dai gonfalonieri e dai Capitani delle quattro Corporazioni, rispettando l’ordine d’arrivo della giostra dell’anno precedente. Questi, scesi in piazza, con un giro antiorario si pongono davanti ai rispettivi armati. Il Capitano della Corporazione vincente è accompagnato da una dama. Il Capitano dell’Armata inizia il suo discorso. Non appena egli invita il Capitano della Corporazione vincente a ricevere l’anello segno della passata vittoria, questi con la dama si reca verso la loggia comunale. Sp’ari e rullio di tamburi sottolineano l’orgoglioso momento. Tornano al proprio posto i rappresentanti della corporazione vincente. 
Ristabilito il silenzio in piazza, il Capitano dell’Armata riprende il discorso dando avvio alla bussolazione. Il baiolo esce dal Comune con la cassetta del bussolo e si dirige verso i capitani delle Corporazioni, primo fra tutti quello della Corporazione vincitrice. Essi vi introdurranno palle di cera verde o pergamene contenenti il nome del cavallo e del cavaliere giostrante il giorno seguente. Il Capo-priore effettua la bussolazione, mentre il Capitano dell’Armata, di volta in volta, annuncia la corporazione estratta. Conclusa questa cerimonia il baiolo riporta la cassetta nella chiesa di 5. Francesco secondo le modalità descritte per il precedente percorso.Solo dopo che la cassetta è stata deposta presso la chiesa, i frati chiudono le porte. Il corteo torna in Piazza ed i figuranti riprendono le precedenti posizioni. Nel frattempo nella Piazza grande il Capitano dell’Armata ha concluso il suo discorso ed è iniziato uno spettacolo d’intrattenimento. Terminato questo il corteo si ricostituisce: i tamburini ed i rappresentanti di ciascuna Corporazione si avviano verso il Palazzo comunale mentre gli armati, dopo aver scortato i capitani della rispettiva Corporazione, si schierano nello spazio antistante ad esso. In Comune rientra dapprima il Magistrato seguito dal C’apitano dell’Armata, dal baiolo, dagli esponenti delle corporazioni, dai tamburini e dai sonatori di chiarine che, con un ultimo squillo, annunciano la fine della manifestazione. I portannari chiudono le porte.

Ore 8,30. Gli armati sono schierati in piazza dove attendono all’ordine pubblico. Ad uno squillo di chiarine i portannari aprono le porte del Palazzo comunale ed escono disponendosi ai lati delle stesse. Si muoveranno successivamente insieme all’intero corteo. Escono i tamburini che, Scortati dagli armati della corporazione interessata, si recano nei consueti luoghi dove sono giĂ  schierate le Corporazioni per accompagnarle verso il Palazzo comunale, secondo l’ordine stabilito. ArriverĂ  per prima la Corporazione degli Artisti. Il corteo che di volta in volta si forma deve disporsi nel dalla loggia comunale, gonfaloniere, capitano di corporazione accompagnato dalla dama, ceroforo, priore, camerario, consiglieri di corporazione con dame e paggi. Arrivati davanti al Comune, al cui interno sono giĂ  presenti i Priori, il PodestĂ , il baiolo, il socio milite e i due famuli birruari, i tamburini si dispongono lungo la via per la Pieve, dando la loro destra al Palazzo comunale. I corporati entrano in Comune. Mentre gli armati tornano a schierarsi in piazza rivolgendo le spalle al Municipio, i tamburini ripartono per accompagnare un’altra delle corporazioni, senza soluzione di continuitĂ .Dopo uno squillo di chiarine i portannari aprono le porte. Escono i tamburini e gli sbandieratori dietro ai quali, in piazza, si accodano due armati di ciascuna Corporazione; tutti si recano presso Palazzo Calzecchi dove esce il Capitano dell’Armata. Al piccolo corteo si accodano, provenienti da via Secreti, gli ufficiali, i salariati comunali ed i consiglieri accompagnati dalle rispettive dame che, davanti allo stesso Palazzo, si separano per entrarvi ed assistere all’intera manifestazione dalle finestre. Gli sbandieratori rimangono in piazza, dove possono far mostra delle loro evoluzioni, mentre il corteo si dirige verso il Comune. Quando vi Ă¨ rientrato ed i portannari hanno chiuso le porte, gli armati tornano in piazza dietro il proprio contingente.

Ore 10,30 Uno squillo di chiarine ed un forte rullo di tamburi annunciano l’uscita dal Palazzo dell’intero corteo: tamburini e sonatori di chiarine, che si dispongono sotto le logge i primi e sulle scale i secondi, valletti con gonfalone comunale, priori e capitano d’armata, che si fermano sotto la loggia del Palazzo (dove il Gonfaloniere leggerĂ  l’undicesima rubrica del primo libro degli Statuti comunali â€ś De divino cultu”) baiolo, podestĂ  affiancato dai famuli birruari, socio milite, consiglieri, ufficiali e salariati, notai, componenti delle quattro corporazioni disposti nel medesimo ordine d’entrata. Ciascun capitano di Corporazione davanti al Comune consegna al proprio cavaliere giostrante ’insegna dell’associazione: quest’ultimo si disporrĂ  dietro l’intera Corporazione. Dopo che il Gonfaloniere o Capo-priore ha terminato la lettura, in piazza i valletti comunali forniranno ciascun figurante di un cero: â€śtucti bomini et feminae cum candelis accensis a quocumque deferendis et offerendis in aelemosinam dictae Ecclesiae Sacratissimae semper Virginis Mariae “.Il corteo, al quale davanti alla chiesa di 5. Maria dei Letterati si aggregano il clero, le confraternite ed i chierici, si avvia verso la chiesa di S. Maria del Soccorso secondo il seguente ordine: battistrada a cavallo, valletti comunali, priori, baiolo, podestĂ  affiancato dai due famuli birruari, socio milite, consiglieri, ufficiali e salariati, camerario, cancelliere, sindaco, raziocinatori, pacificatori, medico, maestro di grammatica, depositano di pegni, viarii, portannari, notai, Croce, clero, confraternite, fraterie, chierici, gruppo di dame e paggi, sbandieratori, tamburini, sonatori di chiarine, Capitano dell’Armata, armati (dieci per Corporazione), Corporazione Artisti, Corporazione Mulattieri, tamburini, Corporazione Bifolchi, Corporazione Zappaterra, GruppoSciò la Pica, carro con mucche e organetti.Arrivati al campo il corteo si schiera di fronte alla chiesa Dopo uno squillo di chiarine ciascun figurante, di volta in volta, depone in un apposito cesto il proprio cero e torna al suo posto. Concluso ciò il Capitano dell’Armata, alzando il vessillo di capitanato, decreta Ioscioglimento del corteo che avviene dopo un ulteriore squillo di chiarine.Prima che inizi la Santa Messa i ceri di ogni corporazione devono essere accesi. Terminata la funzione religiosa, uno squillo di chiarine ed il rullo di tamburi richiamano i partecipanti a ricostituire il corteo come in precedenza per tornare in Piazza. Qui, dopo un giro orario, i figuranti rientrano in Comune, mentre gli armati, distaccandosi, si schierano lungo la via che dal Municipio, porta verso la pievania, i tamburi disposti sotto le logge continuano a rullare fino a quando tutto il corteo non è rientrato. Annuncia la fine della manifestazione un ultimo squillo di chiarine. I portannari chiudono le porte.Alcuni spari e gli squilli delle chiarine annunciano l’inizio della manifestazione ludica. L’Armata si dispone in piazza come al mattino. I portannari aprono le porte del Comune da dove escono i tamburini ed i sonatori di chiarine, disponendosi come in precedenza, seguiti dagli altri figuranti che sfilano secondo l’ordine stabilito fatta eccezione per i consiglieri, ora accompagnati dalla rispettiva dama, e per le corporazioni che si dispongono secondo l’ordine decretato dalla bussolazione della sera precedente.Raggiunto il campo, tutti disposti in fila e rivolti verso la chiesa, si girano contemporaneamente verso il pubblico. Il Capitano dell’Armata, staccandosi dalla riga, alza il vessillo di capitanato e scioglie il corteo. I figuranti, dopo uno squillo di chiarine, si dispongono sopra il palco presso il quale si reca il cavaliere giostrante di ciascuna Corporazione per ricevere dalla propria dama il fazzoletto, pegno augurale per la gara.Uno squillo di chiarine dĂ  avvio alla giostra dell’anello e segnerĂ  l’inizio di ogni tornata. Terminata la gara, il rullo dei tamburi e gli squilli delle chiarine annunciano il ricostituirsi del corteo. Le Corporazioni sfilano secondo l’ordine d’arrivo della competizione. Arrivati in piazza i figuranti, disposti in semicerchio, assistono alla consegna del Monterubbiano d’argento al cavaliere giostrante vincente. Dopo il Magistrato, il Capitano dell’Armata, il Capitano della Corporazione vincitrice e la sua dama si dirigono verso il centro della Piazza dove si effettuerĂ  la consegna. Il momento è solennizzato da spari, squilli di chiarine e rullo di tamburi. Tornati alloro posto i figuranti, tutti rientrano in Comune tranne gli armati che, come al mattino, si schierano lungo via Trento e Trieste. Il Capitano dell’Armata, prima di rientrare, decreta la fine della festa mentre si ode un ultimo squillo di tromba. I portannari chiudono le porte.Di recente, questo cerimoniale — che suppone anche la lettura e la diffusione di testi volgarizzati perchĂ© risultino piĂą sintetici degli autentici e piĂą comprensibili all’ascolto degli spettatori (perchĂ© non piĂą in latino quattrocentesco) — è stato ulteriormente semplificato, in modo da rispondere ad esigenze organizzative (tempi e modalitĂ ) piĂą sollecite ed attente alle necessitĂ  dello spettacolo e degli spettatori. 
Senza entrare nel merito filologico della questione, il profilo delle attuali cerimonie può essere così riassunto:

Domenica antecedente Pentecoste: Fiera di Pentecoste;

Venerdì precedente:Decorazione con bandiere delle Mura e delle Torri; sparo di tonanti (artiglierie) e suono del Civico Campanone;

Sabato di vigilia:tonanti (artiglierie) e suono del Civico Campanone.

Ore 21,00:decorazione della bandiera della Corporazione che’ha vinto il Palio nell’anno precedente davanti a San Francesco; estrazione della successione dei cavalieri nella gara della Giostra dell’Anello;

Domenica di Pentecoste:

Ore 6,00:le chiarine annunciano il giorno di Festa, suonano le campane e vengono sparati i tonanti.Ore 8,30:Gli Artisti, i Mulattieri, i Bifolchi e gli Zappaterra partono dalle diverse Porte della cinta muraria sulla cadenza dei tamburi che li accompagnano in Comune;

Ore 10,30:schieramento delle Corporazioni in Piazza Grande. Viene letta la pagina del Patrio Statuto, riguardante la Festa, dalla loggia del Palazzo di CittĂ . Si compone la Processione che include le Corporazioni le quali, giunte al Campo del Palio, salutano la folla, prima che cominci la Messa in Santa Maria del Soccorso. Durante la Messa, vengono offerti i Ceri votivi alla Madonna.

Ore 13,00:Torna in paese la sfilata e si sviluppa il mito/rito diSciò la Pica.

Ore 16,00:le Corporazioni partono da Piazza Grande per il Campo del Palio nell’ordine del sorteggio determinato la sera prima. Saluto al Magistrato. Deposizione intorno al campo di gara dei ceri e delle bandiere. Assegnate le lance ai Giostranti, in pegno augurale, ogni Dama annoda il proprio fazzoletto di seta all’arma del Cavaliere.Convocazione per la partenza, secondo sorteggio, dopo di che vengono effettuate quattro tornate, per ogni Cavaliere, su anelli man mano più piccoli di diametro.

Ore 19,00:si ricompone il corteo e si rientra in paese dove, in Piazza Grande, viene premiato il Cavaliere vincitore.

 

(Tratto dal libro "Le feste di Pentecoste a Monterubbiano" di Fabrizio Fabi)