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LE ORIGINI E LA RIEVOCAZIONE

Una Festa tra Sacro e Profano tra le più significative delle Marche! Segui il picchio e scopri le origini dello Sciò la Pica, della benedizione dei ceri e della Giostra dell’anello.

ARMATA DI PENTECOSTE

La storia della Festa dell’Armata di Pentecoste di Monterubbiano

“[…] tutti, sia maschi che femmine, debbano […] andare in solenne processione come è consuetudine alla Chiesa di S. Maria del Soccorso con la terra d’argento portata dal nostro baiolo e con le candele accese […] siano tenuti ad unirsi tutti i capitani delle Arti, dei bifolchi, dei mulattieri e delle rimanenti Arti con il solito e consueto ordine, con i ceri accesi […]”

Così ordina l’XI Rubrica del I libro degli Statuti comunali della Magnifica Terra di Monterubbiano, rinnovati nel 1538 e stampati nel 1574: Sul modo di celebrare la festa di Santa Maria del Soccorso.

La festa era annunciata il giorno precedente dal Baiolo, che nei soliti e consueti luoghi bandiva l’inizio delle celebrazioni.

Li Guazzarò

“Piceni orti sunt a sabinis voto ver sacro … pico ave duce unde nomine genti” (Plinio il Vecchio)

Durante il Ver Sacrum, per un voto fatto agli dèi, i giovani Sabini seguendo la via indicata dal picchio migrarono verso nuove terre.

Tutto questo torna a vivere a Monterubbiano con la tradizione di Sciò la Pica, dove giovani che indossano lu guazzarò, l’uniforme bianca di campagna e il fazzoletto rosso, raccontano con i loro gesti al battito delle canne e al grido “Sciò, sciò la Pica!” questa migrazione. Uno di loro, bevendo da lu trufu, sbruffa sulla folla il vino in segno di buon auspicio.

L'Armata di Pentecoste

Durante il periodo di franchigia, segnato dalla bandiera rossa issata sulla torre comunale, il potere politico dei priori era sospeso, la Terra era libera da tasse e gabelle e si concedeva un’amnistia per i piccoli reati; fondamentale era il ruolo di controllo dell’Armata e del suo Capitano, scelto dal Consiglio Generale tra i giovani delle poche famiglie di reggimento.

Egli provvedeva al governo della Terra e al controllo del territorio con i suoi quaranta giovani armati muniti di spade ed alabarde.

Tra i Capitani d’Armata va di certo ricordato il noto pittore monterubbianese Vincenzo Pagani nominato il 19 maggio 1562 (Libro Consigli 1562-1563 c. 10 r. e v.). La consegna del vessillo di Capitano avvenne in un pubblico consiglio accolta da manifestazioni di giubilo. Consiglieri e giovani armati accompagnarono in corteo il Maestro, tra squilli di tromba e rullo di tamburi, fino alla sua abitazione dove fu offerto a tutti un lauto banchetto.

L'Offerta dei Ceri

“In solemni processione coire teneatur omnes artium capitanei bubulcorum, mulionum, et caeterarum per solitum ordinem cum ceris magnis accensis… “

Ogni Corporazione presente a Monterubbiano in occasione della Santissima festività di Santa Maria del Soccorso era tenuta a partecipare alla solenne processione con le Candele dell’Arte, fiorite et belle, illuminate da cera purissima, addobbate “a festa” e recarsi  verso la chiesa suburbana dedicata alla Vergine protettrice a cui le stesse venivano offerte in segno di ringraziamento.

Al Ceroforo si affidava, ieri come oggi, l’onore di portare il segno dell’arte: il cero votivo arricchito dei simboli più importanti legati sia ai vari mestieri appartenenti all’arte che ai loro prodotti.

Tutta la cittadinanza ringraziava solennemente la Vergine del Soccorso offrendo ciascuno una candela di cera purissima.

La Giostra dell'Anello

“[…] Curratur anulus […]”

Le quattro Corporazioni della Nobile Terra, come ordinato dagli Statuti comunali, si sfidano in un avvincente gara all’Anello, ognuna rappresentata da un cavaliere giostrante che difende i colori di ciascuna Arte.

Alla Giostra partecipano cavalieri pluridecorati in altri famosi tornei italiani: tra questi, Emilio Mordente, Franco Ricci, Luigi Felici, Massimo Conficconi, Francesco Scattolini, Luca Innocenzi.

Così ordina l’XI Rubrica del I libro degli Statuti comunali della Magnifica Terra di Monterubbiano, rinnovati nel 1538 e stampati nel 1574: Sul modo di celebrare la festa di Santa Maria del Soccorso.

La festa era annunciata il giorno precedente dal Baiolo, che nei soliti e consueti luoghi bandiva l’inizio delle celebrazioni.